Prima parte - Seconda parte - Terza parte - Quarta parte
Nella prima parte abbiamo sorvolato tante cose come facendo una panoramica; proveremo ora ad entrare più nel merito, anche se gradualmente
Come ogni figlio, per essere tale deve essere generato. Il figlio di Dio è stato generato.
Le ragioni per cui ciò è avvenuto non rientrano immediatamente nel soggetto, basti dire che non era stato trovato nessuno che potesse sanare ciò che il peccato aveva generato, quindi Iddio stesso ha provveduto. Di questo possiamo parlarne in altro momento. Un’altra necessaria parentesi per evidenziare che il problema non riguarda solo gli uomini ma anche Lucifero e i suoi seguaci, perché il peccato è nato con loro; da qui “nasce” la necessità di un Redentore che poteva essere solo Dio. Dio non poteva morire, ma suo figlio si (non potremo mai capire l’amore di Dio per noi). Isaia 59.16-21 apre una parentesi su ciò che ha causato questo bisogno; nel caso di Isaia, in apparenza sembra si parli solo degli uomini, ma in realtà, se veramente uno ne ha voglia, il linguaggio apre altri scenari.
Nessuna creatura è mai stata generata da Dio, ma tutti gli esseri viventi, angeli compresi, sono stati creati (Ezechiele 28.13). Uno solo è stato generato, Gesù. Un uomo può solo generare se stesso; prima di essere padre, ogni uomo è solo uomo, e anche poi continua ad esserlo, aggiungendo alla sua natura la caratteristica di padre.
Ciò che rende Gesù Unico è che è Dio e Uomo allo stesso tempo, perché è nato da donna. Non avremmo potuto parlare di Dio e definirlo padre se non ci avesse dato Suo figlio. Quindi dire di Dio che è padre non è fa una entità a se, ma ne definisce la caratteristica, il modo di rapportarsi con i suoi figli.
Siccome stiamo parlando di Gesù, proseguiamo raccogliendo ciò che Paolo dice ai Colossesi 1.15:
Davanti agli occhi dei discepoli, Gesù non ha mostrato il Padre attraverso immagini, ma lo ha fatto con la potenza della Sua parola. Davanti agli occhi loro passava l’immagine di un padre e non l’immagine di Dio. Avevano avuto modo di osservare con quale intensità pregava suo Padre. Quello che loro vedevano dunque era un padre che parla al figlio e un figlio che parla a suo padre. L’opera si può guastare, si è guastata; l’immagine è il risultato di una riflessione. Se lo specchio distorce, anche l’immagine risulterà distorta. Adamo si è contaminato, Gesù no. Adamo, nei secoli ha dato di Dio un’immagine distorta a causa del peccato. Nessun uomo per quanto santo sia, mai sarà capace di trasmettere fedelmente l’immagine di Dio. Gesù solo ha potuto farlo tanto che Lui stesso è l’immagine di Dio, cioè la perfetta identificazione, quindi Dio.
Come figlio, Gesù ha vissuto la sua vita alla totale dipendenza di Suo Padre e in totale armonia con Lui. Non ha mai fatto la propria volontà, pienamente cosciente di essere stato mandato da Suo Padre per la salvezza e la redenzione del cielo e della terra.
In quanto figlio di Dio non ha mai rifiutato l’adorazione, anzi, è stato comandato agli angeli:
Essendo figlio di Dio non reputò rapina l’essere uguale a Dio (Filippesi 2.6). Non mancano passaggi cruciali che non sono facili da intendere, che sono stati stravolti dall’umana ragione, dalla fretta di arrivare, definire. I secoli non basteranno per spiegare il mistero della salvezza tramite il figlio di Dio, quindi, con buona pace di tutti, diciamo che ciò che abbiamo compreso è ben poca cosa, la dove tale lume viene da Dio; ma se ciò che abbiamo compreso è solo il frutto di una dottrina, siamo lontani anni luce dalla realtà di Dio, non abbiamo nemmeno cominciato.
Spesso ripetiamo, perché sta anche scritto, che tutta la scrittura è divinamente ispirata (2 Timoteo 3.16), poi però, siamo noi a leggerla. Ciò che ha creato il caos dottrinale, è che siamo noi ad interpretarla. Ora, la scrittura ha in se tutto ciò che noi possiamo aver bisogno per rivolgerci a Dio per ulteriori chiarimenti. Essendo parole divine trasmesse con un linguaggio umano, abbiamo bisogno di un interprete che ci aiuti a intendere ciò che sta nascosto dietro le parole.
Ogni essere umano alberga nel proprio cuore pregiudizi, preconcetti e, quando legge la parola di Dio, se non ne fa perdita (dei pregiudizi) resterà al palo. Tante cose che abbiamo accettato come parte di un credo non le comprenderemo mai fino a quando non ci toglieremo di dosso quei stracci e correndo ai piedi di Gesù non gli diremo:
La storia del Figlio di Dio è molto antica; già abbiamo fatto alcuni cenni, solo cenni, perché mi rendo conto che c’è una frontiera, uno sbarramento che per ora non è superabile; ciò non toglie che certe cose si possano comunicare alle anime veramente innamorate di Gesù.